Login con   logo Medikey ACCEDI | REGISTRATI

Cerca nel sito
HomeNorme e dirittiLa gestione della sanitàIl nuovo accordo nazionale per la Medicina Generale: cosa cambia nella pratica

Il nuovo accordo nazionale per la Medicina Generale: cosa cambia nella pratica

Il nuovo accordo nazionale per la Medicina Generale: cosa cambia nella pratica

Data di pubblicazione: 15 novembre 2022

Nel 2022 è stato siglato l’Accordo Collettivo nazionale per la Medicina generale che riguarda circa 64 mila medici, dei quali 45 mila medici di famiglia. Un traguardo importante che arriva dopo anni di trattative e che contiene aspetti innovativi per la medicina del territorio che impattano concretamente nel lavoro di tutti i giorni. Ecco le principali novità. 

 

Accessibilità, capillarità e scelta fiduciaria 

L’Accordo Collettivo nazionale 2016-2018 nasce da esigenze maturate in tempi pre-pandemici e offre una base solida per la realizzazione dei nuovi accordi 2019-2021 e 2022-2024. Da una parte consolida alcuni dei principi cardine della medicina generale: 

  • libera professione convenzionata sia per la continuità assistenziale sia per l’assistenza primaria; 
  • libera scelta fiduciaria da parte dei cittadini; 
  • autonomia organizzativa per la categoria. 

Ai quali si aggiungono importanti novità: 

  • l’evoluzione del modello organizzativo attraverso l’istituzione delle AFT – Aggregazione Funzionale Territoriale per le attività;
  • il passaggio al Ruolo Unico di Assistenza Primaria;
  • la salvaguardia dell’intero monte compensi confermando gli aumenti in quota oraria che erano già stati anticipati all’inizio della pandemia. 

 

Ruolo Unico e ATF: il nuovo modello organizzativo 

Uno dei punti più innovativi dell’Accordo riguarda sicuramente il Ruolo di Assistenza primaria che diventa unico tra quota oraria (la continuità assistenziale) e quota capitaria (gli studi dei medici di famiglia). Entrambi i ruoli conferiscono all’interno di un’unica unità organizzativa mono professionale, l’ATF, che può essere realizzata come: 

  • medicine di gruppo con più medici collegati fisicamente all’interno della stessa struttura; 
  • medicine di Rete con più medici collegati funzionalmente in un ambito territoriale più grande, in grado di condividere schede sanitarie digitali dei pazienti in totale sicurezza. 

Sia in loco che a distanza, quindi, la connessione dei medici diventa un elemento centrale da implementare e promuovere per garantire un’assistenza tempestiva, sicura ed efficiente. 

I medici del ruolo unico di assistenza primaria poi, possono acquisire un numero massimo di scelte di 1.500 unità. Eventuali deroghe possono essere autorizzate in particolari situazioni e per un tempo determinato e non superiore a sei mesi. L’impegno settimanale equivale ad un rapporto di 40 assistiti/ora e comporta alcuni limiti: 

  • 24 ore, fino a 650 assistiti; 
  • 12 ore, da 651 fino a 1.120 assistiti. 

Al raggiungimento dei limiti, l’Azienda deve provvedere entro sei mesi con la riduzione o la cessazione del numero di ore. 

I compiti del medico  

In capo al medico del ruolo unico di assistenza primaria spettano una serie di attività che integrano aspetti nuovi nel lavoro di tutti i giorni. Facciamo qualche esempio: 

  • assicura la presa in carico globale, anche attraverso la consultazione del fascicolo sanitario elettronico (FSE), le prestazioni e visite ambulatoriali e domiciliari; 
  • partecipa a progetti e programmi di attività finalizzati al rispetto dei livelli programmati di spesa, concordati a livello regionale e/o aziendale, ed a quelli finalizzati a sensibilizzare i cittadini su specifiche tematiche, sull’adozione di corretti stili di vita; 
  • opera nell’ambito delle Aggregazioni Funzionali Territoriali e forme organizzative multiprofessionali (UCCP) espletando sia attività a ciclo di scelta che attività oraria; 
  • adotta le misure necessarie, in conformità alle normative vigenti, per il consenso informato, il trattamento, la conservazione e la sicurezza dei dati sensibili; 
  • cura la tenuta e l’aggiornamento della scheda sanitaria individuale informatizzata di ciascun assistito che, in caso di revoca della scelta, l’assistito può richiedere entro due anni; 
  • redige le certificazioni obbligatorie di propria competenza, compresa la certificazione di idoneità all’attività fisica in soggetto portatore di patologia cronica. 

 

Anticipo di Prestazione Previdenziale: quando richiederlo 

L’Accordo prevede inoltre una novità rilevante sul tema del pensionamento, rappresentata dall’APP, l’Anticipo di Prestazione Previdenziale. Nel caso in cui il medico di assistenza primaria prossimo al pensionamento abbia almeno 1300 assistiti, potrà richiedere un anticipo pensionistico riducendo la sua attività lavorativa dal 30% al 70% che verrà presa in carico da un giovane medico con un rapporto convenzionale a tempo indeterminato. Questo affiancamento favorisce il ricambio generazionale e garantisce anche al neo-medico un ingresso nella professione da subito come massimalista in modo graduale e assistito. 

L’autore

Redazione Vademedicum

Contenuti correlati

Il Prontuario Ospedale-Territorio: farmaci PHT

Value based health care: migliorare la salute ottimizzando il consumo di risorse

La presa in carico in ospedale