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La Farmacoutilizzazione e il monitoraggio dell’uso dei farmaci 2

La Farmacoutilizzazione e il monitoraggio dell’uso dei farmaci 2

Il sistema di classificazione dei farmaci

Il sistema di classificazione dei farmaci permette di descrivere e misurare la quantità di farmaci in un determinato Paese o in una specifica realtà territoriale, ed è un requisito di base essenziale per effettuare dei confronti sul piano nazionale e internazionale che devono essere raccolti e aggregati in maniera uniforme.

Data di pubblicazione: 16 febbraio 2018

La possibilità di accedere a dati standardizzati e validati relativi all’uso dei farmaci è un passaggio fondamentale per verificare i profili di utilizzo, per identificare i principali problemi connessi all’uso dei farmaci, per intraprendere programmi educazionali o di altri tipo e per monitorare gli esiti di tali interventi.

L’esigenza di uno standard internazionale, al quale fare riferimento, è dettata dalla necessità di confrontare i dati tra i vari paesi.

Il sistema di classificazione ATC

Tra i vari sistemi di classificazione dei farmaci che sono stati proposti nel corso degli anni, quello che occupa, a livello internazionale, una posizione di prestigio nel settore della Farmacoutilizzazione è la classificazione Anatomica Terapeutica e Chimica (in inglese ATC classification).

Lo scopo principale della classificazione ATC è stilare delle statistiche relative all’utilizzo dei farmaci, tale classificazione è raccomandata dall’OMS nelle analisi comparative condotte a livello internazionale. L’ATC è anche la base di partenza per la classificazione degli effetti avversi dei farmaci utilizzata dal WHO Collaborating Centre for International Drug Monitoring di Uppsala (< www.who-umc.org >).

Nel sistema di classificazione ATC, i farmaci sono suddivisi in gruppi sulla base degli organi o apparati su cui agiscono e delle loro proprietà chimiche, farmacologiche e terapeutiche.

La classificazione è articolata in cinque livelli gerarchici.

Nel livello I, i farmaci sono divisi in quattordici gruppi anatomici principali e, all’interno di questi, in gruppi terapeutici principali (livello II). I livelli III e IV sono sottogruppi chimici/farmacologici/terapeutici, mentre al livello V sono classificati i singoli principi attivi.

Nella Tabella 1 è illustrato un esempio relativo ad un principio attivo dall’attività antipertensiva, classificato con il codice ATCV “C08CA05”.

Tabella 1. Esempio di classificazione ATC

ATC I I livello C Sistema cardiovascolare
ATC II II livello C08 Calcioantagonisti
ATC III III livello C08C Calcioantagonisti selettivi con prevalente effetto vascolare
ATC IV IV livello C08CA Derivati diidropiridinici
ATC V V livello C08CA05 “Principio attivo specifico”

I prodotti farmaceutici sono classificati sulla base dell’uso terapeutico (indicazione) principale, seguendo il principio che tutti i prodotti con formulazione analoga, cioè paragonabili per ingredienti, dose unitaria e via di somministrazione, possono avere un solo codice ATC.

Tuttavia, uno stesso principio attivo può ricevere più di un codice ATC nel caso siano presenti prodotti chiaramente diversi per indicazione terapeutica, dosaggio e via di somministrazione: per esempio, un farmaco a dosaggio più basso utilizzato nella terapia ormonale sostitutiva è classificato nel gruppo G03 (apparato genito-urinario – ormoni sessuali); ma lo stesso farmaco con una preparazione a dosaggio più alto può trovarsi anche nel gruppo L02 (antineoplastici – terapia endocrina). Così, diversi farmaci, come antibiotici, antistaminici o corticosteroidi, sono classificati in gruppi diversi a seconda che le preparazioni siano per uso sistemico, dermatologico oppure oftalmico.

Le metriche di valutazione, il concetto di Dose Definita Die (DDD)

Il modo in apparenza più semplice per misurare i volumi di prescrizione dei farmaci è di contare il numero di confezioni prescritte e, eventualmente, raggrupparle per principio attivo o per gruppo terapeutico.

Questa metodologia soffre però di limiti significativi che ne sconsigliano l’uso.

In primo luogo, per uno stesso principio attivo, le varie preparazioni in commercio possono differire per il numero di unità posologiche contenute: per esempio le confezioni dello stesso farmaco con numero diverso di compresse saranno conteggiate sempre come un pezzo, sebbene il numero di dosi unitarie fornite al paziente sia diverso. In secondo luogo, nel confronto tra molecole diverse all’interno di un gruppo terapeutico, il conteggio dei pezzi può offrire una misura distorta dell’esposizione ai farmaci.

Per ovviare a questi inconvenienti si usa misurare i consumi di farmaci attraverso la Defined Daily Dose – Dose Definita Die – (DDD), che è diventata l’unità di misura standard internazionale della prescrizione farmaceutica. La DDD è definita come:

la dose media di un farmaco assunta giornalmente da un paziente adulto, con riferimento all’indicazione terapeutica principale del farmaco stesso”.

La DDD rappresenta, infatti, la dose di mantenimento della terapia e non la dose iniziale. È quindi importante non attribuire alla DDD il significato di dose raccomandata o prescritta: essa va considerata unicamente come strumento tecnico per misurare le prescrizioni dei farmaci.

La classificazione ATC e le DDD vengono assegnate e mantenute, a livello internazionale, dal Centro Collaborativo OMS per le Statistiche sui Farmaci di Oslo, che pubblica ogni anno la lista ufficiale dei farmaci classificati secondo l’ATC con le DDD.

In Italia, il centro di riferimento per il sistema ATC/DDD è il DURG-Italia, un’associazione scientifica affiliata all’EURO DURG (European Drug Utilization Research Group) che dal 1995 mantiene e distribuisce un archivio dei farmaci in commercio in Italia con ATC e DDD.

DDD/1000 ABITANTI/DIE

I dati di Farmacoutilizzazione dovrebbero essere presentati come numero di DDD per 1000 abitanti al giorno (DDD/1000abitanti/die). In questo modo è possibile confrontare i volumi di prescrizioni relativi a popolazioni diverse (per esempio di Paesi o di regioni), ma anche di ottenere una stima approssimativa dell’esposizione a un determinato farmaco o gruppi di farmaci in una popolazione. La figura 1 riporta un esempio pratico. In realtà, la lettura epidemiologica dei dati di prescrizione è credibile solo per i farmaci che vengono usati in modo continuativo e a lungo termine (per esempio, i contraccettivi orali, gli antiipertensivi, l’insulina). Per i trattamenti relativamente brevi e occasionali (per esempio gli antibiotici), va sottolineato che le DDD non hanno significato clinico e rappresentano soltanto un sistema razionale di confronto dei consumi.

Figura 1 – Esempio stima DDD/1000 abitanti/die

I rapporti sull’uso dei farmaci

La metodologia ATC/DDD, attualmente, è molto utilizzata sia in Italia che in Paesi come la Svezia e la Norvegia che da anni realizzano rapporti nazionali sull’uso dei farmaci.

In Italia, l’AIFA produce ogni anno, tramite l’OsMed, il rapporto “L’uso dei farmaci in Italia” nel quale sono presentati sia i dati nazionali di consumo e spesa, sia un confronto tra le regioni sulle prescrizioni dei principali gruppi di farmaci.

La stessa metodologia di analisi dei dati di prescrizione viene utilizzata anche a livelli territoriali più ristretti, dalle regioni alle singole ASL, dove possono essere prodotti report sulla prescrizione dei singoli medici o di gruppi di medici finalizzati, per esempio, a iniziative di aggiornamento o di autovalutazione.

La conoscenza degli andamenti della prescrizione farmaceutica costituisce uno strumento indispensabile per la programmazione e la gestione delle risorse sanitarie. L’analisi delle prescrizioni può essere un supporto alle decisioni sulla politica del farmaco degli organi regolatori nazionali o delle autorità sanitarie regionali, mentre a livello delle ASL viene spesso usata nell’ambito di progetti per la qualificazione e il contenimento della spesa farmaceutica che coinvolgono i medici di medicina generale.

A questo scopo, il sistema ATC/DDD descritto rappresenta uno standard metodologico che consente di confrontare i dati locali con quelli medi regionali o nazionali o, addirittura, di eseguire confronti internazionali laddove siano disponibili i dati di altri paesi.

L’autore

Dr.ssa Enrica Menditto

Ricercatrice presso il Centro Interdipartimentale di Ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione (C.I.R.F.F.) attivo presso la Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli

Bibliografia

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