Login con   logo Medikey ACCEDI | REGISTRATI

Cerca nel sito
HomePratica clinicaLinee guidaLe nuove linee guida per il trattamento delle infezioni da batteri multi-resistenti

Le nuove linee guida per il trattamento delle infezioni da batteri multi-resistenti

Le nuove linee guida per il trattamento delle infezioni da batteri multi-resistenti

Data di pubblicazione: 30 novembre 2022

La gestione dei pazienti con infezioni da organismi multi-resistenti è sfidante e richiede un approccio multidisciplinare per raggiungere outcome clinici positivi.  Un panel di esperti nominati da 5 importanti Società Scientifiche Italiane (AMCLI, GISA, SIM, SIMIT, SITA) ha realizzato un documento finalizzato a fornire raccomandazioni per la diagnosi e il trattamento ottimizzato di tali infezioni, con un focus particolare sulla terapia antibiotica mirata.  

Sono state presi in considerazioni diversi aspetti (secondo lo schema PICO: Population, Intervention, Comparison and Outcomes) relativi alla diagnosi, alle strategie farmacologiche e all’antibiotico-terapia mirata per le infezioni causate dai seguenti patogeni: Enterobacterales resistenti ai carbapenemi; Pseudomonas aeruginosa resistenti ai carbapenemi; Acinetobacter baumannii resistenti ai carbapenemi; Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina. È stata quindi condotta una rassegna sistematica della letteratura pubblicata da gennaio 2011 a novembre 2020, prendendo in considerazione sia i trial clinici randomizzati, sia gli studi osservazionali. Il livello delle evidenze è stato classificato utilizzando il metodo GRADE. Le raccomandazioni sono state suddivise in forti o condizionali e sono state formulate separatamente per ciascun patogeno. Trattandosi di raccomandazioni basate in molti casi su evidenze molto limitate o di qualità bassa, è importante che siano continuamente aggiornate al fine di recepire le evidenze emergenti dai più recenti trial clinici o dagli studi real-world. 

Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per definire un approccio globale al trattamento delle infezioni da batteri resistenti, questo documento fornisce ai clinici raccomandazioni aggiornate e basate sulle evidenze per indirizzare il trattamento delle infezioni da microrganismi resistenti in linea con i principi della medicina di precisione. 

Le infezioni da batteri multi-resistenti: l’entità del problema 

Le infezioni da batteri multi-resistenti, compresi i batteri Gram-positivi (Staphylococcus aureus meticillina-resistente) e i bacilli Gram-negativi (Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter baumannii ed Enterobacterales resistenti ai carbapenemi), rappresentano una causa primaria di mortalità e morbilità in tutto il mondo, associandosi inoltre a costi sanitari elevatissimi. 

Il report più recente della European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARS-Net) ha evidenziato una notevole percentuale di batteri multiresistenti presenti nei Paesi dell’European Union/European Economic Area (EU/EEA).  Le infezioni da batteri multi-resistenti rappresentano una sfida per il clinico, a causa della limitata disponibilità di opzioni terapeutiche: sebbene negli ultimi anni siano stati fatti enormi sforzi per sviluppare nuovi antibiotici per contrastare queste infezioni, non tutti i pazienti possono essere trattati con farmaci efficaci. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che l’iter di approvazione dei nuovi agenti antibatterici, essendo accelerato per questioni di necessità, è spesso basato su trial di non-inferiorità, che escludono i pazienti immuno-compromessi e quelli con infezioni severe, limitando in tal modo i dati a supporto dell’efficacia dei nuovi agenti contro i batteri multi-resistenti. Contemporaneamente, gli antibiotici più datati sono spesso associati con un elevato rischio di eventi avversi, oltre a essere stati sviluppati prima dell’avvento del processo strutturato di valutazione e approvazione dei farmaci attualmente in vigore. 

Poiché il tempo intercorrente tra l’inizio dell’infezione e l’inizio di una terapia antibiotica adeguata rappresenta il principale predittore di mortalità nei pazienti con infezioni da batteri multi-resistenti, è essenziale intervenire su più fronti, attraverso l’identificazione dei pazienti ad elevato rischio di infezioni da patogeni multi-resistenti, e l’impiego di test diagnostici rapidi, che consentano di somministrare terapie antibiotiche mirate, limitando l’emergenza di ceppi resistenti ai nuovi agenti anti-microbici. La rapidità della diagnosi è infatti un elemento critico nella gestione dei pazienti con infezioni severe o sepsi. Purtroppo, i metodi attualmente disponibili richiedono 48-72 ore per fornire risultati utili. Recentemente, lo sviluppo di nuove tecnologie molecolari ha permesso di migliorare le tempistiche di diagnosi delle infezioni microbiche: l’utilizzo di tali tecnologie nella pratica clinica consentirebbe di identificare rapidamente i patogeni responsabili dell’infezione e caratterizzarne la resistenza, accorciando i tempi necessari per la somministrazione di una terapia antibiotica mirata, e limitando in tal modo l’impiego degli agenti ad ampio spettro. 

 

Le linee guida per la diagnosi e il trattamento delle infezioni provocate da batteri multi-resistenti 

Metodologia 

Le linee guida recentemente pubblicate grazie alla collaborazione di diverse Società Scientifiche Italiane (AMCLI, GISA, SIM, SIMIT, SITA) sono state sviluppate con lo scopo di fornire ai clinici un supporto nella gestione dei pazienti con infezioni da batteri multi-resistenti, con particolare attenzione alla diagnosi microbiologica e alla terapia antibiotica. 

È stato innanzitutto identificato un Panel di esperti con esperienza nell’ambito della microbiologia clinica, delle patologie infettive e della farmacologia clinica. Il Panel ha identificato 10 domande giudicate clinicamente rilevanti, formulate secondo lo schema PICO, che sono servite come base per una ricerca sistematica della letteratura pubblicata tra il 1 gennaio 2011 e il 30 novembre 2020 nei database PubMed e EMBASE, eseguita da una sottocommissione del Panel formata da 2 microbiologi clinici e 3 specialisti in malattie infettive. Sono stati presi in considerazione rassegne sistematiche di trial clinici randomizzati, trial singoli o, in assenza di altre pubblicazioni, studi osservazionali. Sulla base delle evidenze raccolte (il cui livello è stato definito, secondo la metodologia GRADE, come “elevato”, “moderato”, “basso” o “molto basso”), la sottocommissione ha elaborato una o più raccomandazioni per ciascuna delle domande formulate, classificate come “forti” o “condizionali” (deboli). In assenza di evidenze sufficienti per poter utilizzare il sistema GRADE, sono stati prodotti degli statements di buona pratica clinica sulla base del consenso tra gli esperti. Gli statements sono stati poi votati da tutti i membri del Panel su una scala Likert a 5 punti, indicando il loro livello di accordo (da 1=forte disaccordo a 5=forte accordo).  Hanno raggiunto il consenso gli statements con livello di accordo (voti da 3 a 5 sulla scala Likert) ≥90%. 

Risultati

Question  Recommendation  Strength of 

recommendation 

Certainty of evidence 
1. Do rapid microbiological diagnostics impact on the management and clinical outcome of critically ill/septic patients?  

 

1.1 In critically ill patients, the use of rapid diagnostic microbiological tests (RDTs) should be adopted since they have the potential to improve the timing to initiate appropriate therapy and possibly improve the patient outcome.  

1.2 Rapid molecular identification of micro-organisms from blood cultures as well as rapid detection of their resistance mechanisms should be carefully integrated in the laboratory workflow scheme. These tests may be useful tools for 24 hour/day monitored care. 

1.3 In patients colonised or potentially infected with extended- spectrum β-lactamase (ESBL)-producing and/or carbapenem-resistant Enterobacterales (CRE), the use of molecular tests should be adopted since it is associated with a more rapid administration of appropriate antimicrobial therapy and can lead to a reduction in mortality. 

STRONG 

 

 

 

STRONG 

 

 

STRONG 

LOW 

 

 

 

MODERATE 

 

 

LOW 

2. Do rapid microbiological diagnostics favour the adjustment of empirical therapy and the transition to targeted therapy?  2.1 In hospitalised patients, the use of rapid diagnostic tests (RDTs) is recommended to improve time to initiate appropriate antimicrobial therapy. 

2.2 Rapid diagnostic tests (RDTs) are recommended for improving time to effective therapy in bloodstream infections (BSIs) caused by resistant organisms, particularly vancomycin-resistant en-terococci (VRE), methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA), multidrug-resistant Pseudomonas aeruginosa, and extended-spectrum β-lactamase (ESBL)- and carbapenemase-producing Enterobacterales. 

2.3 The implementation of rapid diagnostic tests (RDTs) should include activation of an antimicrobial stewardship programme (ASP) (including an action plan to ensure correct interpretation, real-time reporting and guidance on optimal therapy).  

2.4 The use of rapid diagnostic tests (RDTs) is recommended since it can lead to a more judicious use of antibiotics; it should be part of the standard of care in patients with bloodstream infections (BSIs). 

STRONG 

 

 

STRONG 

 

 

 

 

 

STRONG 

 

 

 

 

 

CONDITIONAL 

LOW 

 

 

LOW 

 

 

 

 

 

MODERATE 

 

 

 

 

 

LOW 

3. Does rapid microbial identification reduce the duration of therapy and the length of stay (LOS) in infections caused by multidrug-resistant bacteria?  3.1 In hospitalised patients, the use of rapid diagnostic methods is suggested to decrease hospital length of stay (LOS), improving the out- come of patients requiring a change in therapy. 

3.2 Implementing molecular rapid diagnostic testing (mRDT) with an antimicrobial stewardship programme (ASP) can reduce time to effective therapy and length of stay (LOS) in patients with bloodstream infections (BSIs) caused by multidrug-resistant bacteria. Effectiveness was demonstrated in a 24-h/7-day laboratory organisation. 

CONDITIONAL 

 

 

STRONG 

LOW 

 

 

LOW 

4. Does knowledge of local/regional/national epidemiology favour the implementation of rational empirical therapy?  4.1 Updated local antibiograms with pathogen-specific susceptibility data should be produced at least annually together with data on an- timicrobial use to optimise expert-based recommendations for empirical therapy. First evidence of the importance of the preliminary report.  STRONG  MODERATE 
5. What is the treatment of choice for carbapenem-resistant Enterobacterales (CRE) infections?  5.1 In patients with infections caused by carbapenem-resistant Enterobacterales (CRE), rapid testing should be used to identify specific carbapenemase families (e.g. KPC, NDM, VIM, OXA-48-like). Clinicians should adopt different treatment strategies based on the type of causative carbapenemase-producing Enterobacterales (CPE). 

5.2a In patients with infections caused by KPC-producing carbapenem-resistant Enterobacterales (CRE), novel β-lactam agents such as ceftazidime/avibactam and meropenem/vaborbactam should be the first-line treatment options. 

5.2b Imipenem/relebactam and cefiderocol may also be considered. 

5.3 In patients with infections caused by OXA-48-like producing carbapenem-resistant Enterobacterales (CRE), ceftazidime/avibactam should be the first-line treatment option. 

5.4a In patients with infections caused by metallo– β-lactamase (MBL)-producing carbapenem-resistant Enterobacterales (CRE), cef- tazidime/avibactam plus aztreonam should be preferred. 

5.4b Cefiderocol may also be considered.  

5.5 There are insufficient data supporting or against the use of ceftazidime/avibactam as combination therapy or monotherapy. 

STRONG 

 

 

 

 

 

STRONG 

 

 

 

CONDITIONAL 

 

CONDITIONAL 

 

 

 

STRONG 

 

 

CONDITIONAL 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

MODERATE 

 

 

 

 

 

MODERATE 

 

 

 

LOW 

 

VERY LOW 

 

 

 

MODERATE 

 

 

LOW 

 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

6. What is the therapy of choice for infections caused by Pseudomonas aeruginosa with difficult-to-treat resistance (DTR-PA)?  6.1 In patients with invasive infections caused by Pseudomonas aeruginosa with difficult-to-treat resistance (DTR-PA), based on pre-clinical and clinical data, novel β-lactam agents such as ceftolozane/tazobactam and ceftazidime/avibactam are currently the first-line options for targeted treatment. Imipenem/cilastatin–relebactam and cefiderocol might be potential alternatives, as well as colistin-based therapy. 

6.2 In patients with invasive infections caused by Pseudomonas aerug- inosa with difficult-to-treat resistance (DTR-PA), combination therapy should not be the routine choice but may be considered on a case-by- case basis, especially upon consultation with infectious diseases spe- cialists. In particular, combination regimens including fosfomycin as companion agent could be considered. 

STRONG 

 

 

 

 

 

 

 

CONDITIONAL 

MODERATE 

 

 

 

 

 

 

 

LOW 

7. What is the treatment of choice for carbapenem-resistant Acinetobacter baumannii (CRAB) infections?  7.1 There are no convincing data about the optimal antibiotic therapy against carbapenem-resistant Acinetobacter baumannii (CRAB) infec- tions. Consultation by infectious diseases specialists is needed in pa- tients with CRAB infections. 

7.2 In patients who received colistin-containing regimens, kidney function should be strictly monitored because of the high risk of nephro-toxicity. 

7.3 Cefiderocol represents a promising antibiotic option for patients with carbapenem-resistant Acinetobacter baumannii (CRAB) infections. Further studies are needed to consolidate this recommendation and to evaluate the use of cefiderocol as monotherapy or in combina- tion with other antibiotics. 

STRONG 

 

 

 

 

 

STRONG 

 

 

STRONG 

 

MODERATE 

 

 

 

 

 

MODERATE 

 

 

LOW 

8. What is the recommended treatment for methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) infections?  8.1 Ceftaroline, dalbavancin, daptomycin, delafloxacin, linezolid, oritavancin and tedizolid are all possible alternatives to glycopeptides for the treatment of skin and soft-tissue infections (SSTIs) caused by methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA); the choice should not be exclusively based on costs and should be tailored to the individual patient according to the characteristics of the available drugs (availability of oral formulation, adherence to outpatient treatment, possibility of outpatient treatment or early discharge, toxicity profile). 

8.2 Trimethoprim/sulfamethoxazole (TMP/SMX) or clindamycin could be considered for outpatient treatment of mild, uncomplicated skin in- fections (after drainage of skin abscesses, if necessary). 

8.3 Ceftobiprole, ceftaroline, linezolid or vancomycin are recommended for the treatment of community-acquired pneumonia (CAP) caused by methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA); the choice should not be exclusively based on costs and should be tailored to the individual patient according to the drug toxicity profile and susceptibility test results. 

 

 

 

8.4 Linezolid, ceftobiprole or vancomycin are recommended for the treatment of hospital-acquired methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) pneumonia in non-ventilated patients; the choice should not be exclusively based on costs and should be tailored to the individual patient according to the drug toxicity profile and susceptibility test results. 

8.5 Linezolid or vancomycin are recommended for the treatment of ventilator-associated pneumonia (VAP) caused by methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA); the choice should not be exclusively based on costs and should be tailored to the individual patient ac- cording to the drug toxicity profile and susceptibility test results. 

8.6 Daptomycin or vancomycin are recommended for the treatment of methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) bacteraemia; the choice should not be exclusively based on costs and should be tailored to the individual patient according to the drug toxicity profile and susceptibility test results. 

8.7 Other anti-MRSA agents could be considered for the treatment of bacteraemia when daptomycin or vancomycin are contraindicated. 

 

 

 

 

 

8.8 Pending further evidence from randomised controlled trials (RCTs), addition of fosfomycin to daptomycin, or of anti-staphylococcal penicillins (or other β-lactams), to vancomycin or daptomycin for the treatment of methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) bacteraemia are reasonable choices for salvage treatment. The panel suggests that in selected cases of complicated MRSA bacteraemia, combination therapy could be considered as first-line treatment, although the current evidence remains inconclusive. 

 

 

8.9 Trimethoprim/sulfamethoxazole (TMP/SMX) monotherapy should not be used for severe methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) infections. 

STRONG 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONDITIONAL 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

STRONG 

 

 

 

 

 

 

STRONG 

 

 

 

 

STRONG 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

STRONG 

HIGH 

 

 

 

 

 

 

 

 

MODERATE 

 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

 

HIGH 

 

 

 

 

 

 

HIGH 

 

 

 

 

MODERATE 

 

 

 

 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

 

LOW 

 

9. What is the role of therapeutic drug monitoring (TDM) in the antimicrobial therapy of multidrug-resistant organism (MDRO) infections?  9.1 In patients receiving vancomycin for the treatment of invasive methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) infections, therapeutic drug monitoring (TDM) should be used to monitor drug plasma levels and dosing be adjusted accordingly; the target for therapeutic effectiveness is an AUC/MIC 24 ratio of 40 0–60 0 (assuming a vancomycin MIC of 1 mg/L) to maximise clinical efficacy while minimising toxicity risk. 

9.2 Regarding β-lactams, therapeutic drug monitoring (TDM) plays an important role in maximising clinical efficacy, while reducing the likelihood of resistance emergence or toxicity. 

 

 

 

 

 

9.3 Regarding linezolid, therapeutic drug monitoring (TDM) should be routinely performed when used in critically ill patients in order to maintain trough concentrations between 2 mg/L and 7 mg/L and to minimise the risk of haematological toxicity. Furthermore, critically ill patients exhibiting augmented renal clearance, obesity or infections caused by multidrug-resistant Gram-positive pathogens with an MIC ≥2mg/Lmayrequire higher-than-standard linezolid dosage.  

 

 

 

9.4 Regarding teicoplanin, therapeutic drug monitoring (TDM) should be routinely performed in critically ill patients owing to the significant pharmacokinetic alterations commonly found (e.g. hypoalbuminaemia, variations in renal function, increase in volume of distribution). 

 

 

 

 

9.5 Regarding daptomycin, considering its highly variable and un- predictable pharmacokinetic behaviour, therapeutic drug monitoring (TDM) should be performed in critically ill patients to evaluate efficacy or the occurrence of toxicity. 

 

 

 

 

 

9.6 Regarding aminoglycosides, therapeutic drug monitoring (TDM) should be performed in critically ill patients to maximise achievement of an optimal C max /MIC target, while minimising the occurrence of toxicity by monitoring trough concentrations 

STRONG 

 

 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOOD PRACTICE STATEMENT 

LOW 

 

 

 

 

 

 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

 

 

Based on the panel opinion (the available 

evidence was not deemed sufficient for 

developing a recommendation with GRADE 

methods) 

10. What is the role of follow-up blood cultures (FUBCs) in the management of multidrug-resistant organ- ism bloodstream infection (MDRO-BSI)?  10.1 In patients affected by methicillin-resistant Staphylococcus aureus bloodstream infection (MRSA-BSI), performing follow-up blood cultures (FUBCs) to detect bacteraemia persistence in the context of a bundle of interventions (e.g. infectious diseases consultation, early source control, echocardiography) may positively impact on relevant clinical outcomes; the exact timing of follow-up still needs to be established. 

10.2 In patients affected by vancomycin-resistant enterococci blood- stream infection (VRE-BSI), performing follow-up blood cultures (FUBCs) to detect bacteraemia persistence in the context of a bundle of interventions (e.g. infectious diseases consultation, early source control, echocardiography) may positively influence important clinical outcomes; the best timing of follow-up still needs to be established. 

10.3 In patients affected by Gram-negative bloodstream infection (BSI), performing follow-up blood cultures (FUBCs) may have a useful prognostic role, especially in case of severe and/or high-inoculum infections, non-eradicable foci or immunosuppressed patients. 

STRONG 

 

 

 

 

 

 

CONDITIONAL 

 

 

 

 

 

CONDITIONAL 

LOW 

 

 

 

 

 

 

VERY LOW 

 

 

 

 

 

VERY LOW 

Expert opinion 

Il documento elaborato fornisce raccomandazioni aggiornate sulla diagnosi e sul trattamento mirato delle infezioni da batteri resistenti nella pratica clinica. Le raccomandazioni fornite prendono in considerazione tre recenti innovazioni di fondamentale importanza: 

1) la disponibilità di nuovi agenti beta-lattamici attivi contro i batteri Gram-negativi resistenti ai carbapenemi; 

2) l’attività differenziale dei nuovi antibatterici in base al tipo di resistenza; 

3) la disponibilità di nuovi test per l’identificazione rapida dei batteri e/o del tipo di resistenza.  

L’introduzione di queste innovazioni nella pratica clinica sta cambiando progressivamente l’approccio al trattamento delle infezioni resistenti, in quanto nuove considerazioni (per es. la diagnosi eziologica rapida con antibiogramma, o la scelta di trattamenti mirati precoci in base al tipo di resistenza) fanno ormai parte del ragionamento clinico al letto dei pazienti infetti.  

In questo nuovo scenario, le raccomandazioni evidence-based sono fondamentali per l’utilizzo dei nuovi agenti antibatterici o di quelli più datati per il trattamento delle infezioni da batteri multiresistenti. L’utilizzo degli agenti più recenti dovrebbe essere guidato da due importanti considerazioni:  

1) la necessità di preservare la loro attività tramite un uso razionale secondo i principi dell’utilizzo consapevole degli antibiotici: 

2) la necessità di utilizzarli senza esitazione quando rappresentano l’opzione più efficace, o l’opzione più sicura tra quelle ugualmente efficaci.  

Queste due considerazioni non sono mutualmente esclusive. Infatti, è necessario trovare il giusto equilibrio tra un utilizzo eccessivamente parsimonioso (con il rischio di utilizzare alternative meno efficaci o più tossiche) e un utilizzo indiscriminato (con il rischio selezionare inutilmente ceppi resistenti, senza alcun beneficio per il paziente). 

In quest’ottica, l’utilizzo dei test diagnostici rapidi potrebbe contribuire a un inizio precoce del trattamento, mentre l’utilizzo appropriato del monitoraggio terapeutico può ridurre il rischio di selezione di resistenza e tossicità, fornendo importanti indicazioni per ottimizzare i dosaggi degli antibatterici durante il trattamento. Le raccomandazioni fornite a tale riguardo forniscono un aggiornamento rigoroso e sistematico delle evidenze disponibili per guidare il trattamento delle infezioni resistenti attraverso un approccio globale, comprendente la diagnosi di laboratorio, il monitoraggio della terapia farmacologica e le colture ematiche di follow-up. 

Poiché le raccomandazioni fornite sono aggiornate al momento del loro rilascio, sarà necessario provvedere al loro aggiornamento in funzione delle nuove evidenze che si renderanno disponibili.  in letteratura. Al momento, dalle evidenze disponibili emergono due trend principali: 1) per le infezioni provocate da batteri resistenti Gram-negativi, ci si sta muovendo verso la rapida identificazione dell’agente causale e del tipo di resistenza, al fine di mettere in atto precocemente terapie mirate; 2) per il trattamento delle infezioni da S. aureus resistente alla meticillina, la disponibilità di numerosi farmaci di pari efficacia consente di personalizzare il trattamento in base alle esigenze del singolo paziente.  

Non vengono fornite raccomandazioni sulla durata del trattamento, che dovrebbe essere stabilita con criteri simili a quelli adottati per le infezioni non resistenti. In generale, è consigliabile iniziare tempestivamente un trattamento antibiotico empirico (sulla base dello stato di colonizzazione rettale, dei fattori di rischio e della gravità della malattia), da scalare non appena si rendono disponibili i test di suscettibilità: tale strategia è in grado di migliorare la risposta clinica e ridurre la necessità di trattamenti antibiotici di lunga durata. Infine, è importante appena possibile passare alla terapia per via orale, se sono soddisfatti i seguenti criteri: i) dimostrata suscettibilità a un agente orale; ii) paziente emodinamicamente stabile; iii) fonte dell’infezione sotto controllo; iv) paziente in grado di assumere i farmaci oralmente; v) assenza di possibili cause di insufficiente assorbimento intestinale. 

L’autore

Dott.ssa Elena Sarugeri

MD, PhD, Medical writer

Bibliografia

Tiseo G, Brigante G, Giacobbe DR, Maraolo AE, Gona F, Falcone M, Giannella M, Grossi P, Pea F, Rossolini GM, Sanguinetti M, Sarti M, Scarparo C, Tumbarello M, Venditti M, Viale P, Bassetti M, Luzzaro F, Menichetti F, Stefani S, Tinelli M. Diagnosis and management of infections caused by multidrug-resistant bacteria: guideline endorsed by the Italian Society of Infection and Tropical Diseases (SIMIT), the Italian Society of Anti-Infective Therapy (SITA), the Italian Group for Antimicrobial Stewardship (GISA), the Italian Association of Clinical Microbiologists (AMCLI) and the Italian Society of Microbiology (SIM). Int J Antimicrob Agents. 2022 Aug;60(2):106611.  

Contenuti correlati

Update delle linee guida italiane sul trattamento del diabete di tipo 2

Fibrosi cistica: raccomandazioni per le indagini microbiologiche su campioni delle vie aeree

Microbiologia della Fibrosi Cistica: le infezioni polmonari