Vita da studenti: come gestire l’ansia da esami
Data di pubblicazione: 09 maggio 2024
Da giovane medico il ricordo degli anni di Medicina è ancora fresco, con tutte le sue soddisfazioni ma anche le paure. Le aspettative sono, infatti, molto alte, spinte dalla vocazione per una delle professioni assistenziali più antiche e nobili ma anche dalla pressione del dover superare un test d’ammissione su scala nazionale che purtroppo ogni anno lascia migliaia di aspiranti a bocca asciutta. Gli elevati livelli di competizione, i carichi di studio e di tirocini professionalizzanti, uniti al cambio radicale dello stile di vita (molti studenti escono dal nucleo familiare trasferendosi in altre città, spesso con pochi contatti sociali), contribuiscono allo sviluppo di vissuti di tensione, demoralizzazione, ansia e frustrazione che rischiano di invalidare le performance, rallentare il percorso di studio, disinvestire nei propri obiettivi personali e facilitare lo sviluppo di vere e proprie sindromi cliniche, tra cui spiccano la depressione, i disturbi alimentari e l’abuso di sostanze stupefacenti.
Ansia da esami: le dimensioni del problema
Una ricerca britannica ha rilevato come il tasso di disturbi mentali tra gli studenti di medicina sia superiore a quello della popolazione generale (con picchi del 29%), con un incremento del 50% rispetto al passato, identificando come rischi maggiori quello del burnout e dell’abuso di alcolici1. Analoghi livelli di stress patologico (18-50%) sono stati riscontrati in diversi studi europei ed internazionali2: è fondamentale sviluppare un metodo di studio efficace che tenga conto delle proprie esigenze e costruire una rete sociale e familiare valida in grado di fornire supporto nei momenti di maggiore pressione.
Ansia da esami: consigli per l’uso
Per fortuna, una buona parte dello stress correlato al percorso universitario può essere affrontato con una attenta organizzazione del metodo di studio. Nonostante non esista una formula valida per tutti, vorrei fornire qualche consiglio pratico che, sebbene non esaustivo, possa aiutare a superare questo periodo così complesso ma al tempo stesso stimolante nella carriera medica. Le parole chiave per sopravvivere agli anni di Medicina, sono infatti consapevolezza di sé e pianificazione. Ognuno di noi ha delle attitudini specifiche quando si tratta di apprendere e memorizzare le nozioni di studio: una buona memoria visiva viene stimolata da riassunti, mappe concettuali e testi con molte immagini che possono concentrare in poco spazio una
importante quantità di informazioni, mentre una memoria uditiva permette di apprendere più facilmente frequentando attivamente le lezioni o registrandole e riascoltandole a casa. Lo studio personale può essere svolto individualmente, specialmente in studenti propensi alla distrazione dagli stimoli esterni, o in piccoli gruppi, dove la condivisione tra pari può aiutare la comprensione e la memorizzazione dei piccoli dettagli o dei concetti più ostici. È fondamentale evitare il più possibile il confronto, che può amplificare la competitività ed il senso di frustrazione: ognuno ha i propri punti di forza e di debolezza che deve conoscere per organizzarsi nel modo più funzionale possibile. Per quanto possibile, il piano d’azione nelle sessioni d’esame dovrebbe essere pianificato all’inizio del semestre per permettere una organizzazione adeguata dei tempi di studio, anche con i consigli di studenti più grandi o tutor accademici, che sono in grado di fornirci una stima realistica delle difficoltà di ogni materia d’esame. Anche il tempo libero deve essere considerato parte integrante del percorso di studi in quanto migliora la memorizzazione, stimola la socialità e permette di sperimentare soddisfazione, gratificazione e realizzazione personale: hobby, attività sportive e sociali, talvolta incluse anche nell’offerta dell’università, viaggi e ritmi sonno-veglia regolari aiutano a mantenere un corretto equilibrio tra studio e relax, riducendo i livelli di stress. Infine, anche se i livelli di stress diventassero poco sostenibili, è fondamentale ricordare che qualche incidente di percorso può far parte del gioco, e quindi è importante non viverlo con un eccessivo senso di vergogna o di fallimento. In questi casi è importante fare riferimento a figure di supporto come gli sportelli psicologici, spesso forniti dall’Università stessa o, nei casi più gravi, ricorrere a specialisti della salute mentale.
Dr. Federico Seghi
Specialista in Psichiatria
L’autore
Redazione Vademedicum
Bibliografia
- Farrell SM, Kadhum M, Lewis T, Singh G, Penzenstadler L, Molodynski A. Wellbeing and burnout amongst medical students in England. Int Rev Psychiatry. 2019 Nov-Dec;31(7-8):579-583. doi: 10.1080/09540261.2019.1675960. Epub 2019 Nov 6. PMID: 31692396.
- Oura MJ, Moreira AR, Santos P. Stress among Portuguese Medical Students: A National Cross-Sectional Study. J Environ Public Health. 2020 Sep 3;2020:6183757. doi: 10.1155/2020/6183757. PMID: 32963557; PMCID: PMC7486630.