Esame obiettivo: la valutazione di torace, addome, polsi periferici e arti inferiori
Facciamo un focus sul distretto anatomico del torace e capiamo con l’aiuto del Dr Salari come eseguire le fasi di palpazione, percussione e auscultazione
Data di pubblicazione: 9 novembre 2023
Dopo l’ispezione, la palpazione, la percussione e l’auscultazione sono le fasi salienti dell’esame obiettivo.
Un primo suggerimento pratico è quello di localizzare i vari reperti in relazione a punti specifici di riferimento, come per esempio l’angolo tra il manubrio e il corpo dello sterno o angolo di Louis, o linee convenzionali, come la parasternale, l’emiclaveare o l’ascellare anteriore. Esse sono utili anche per orientarsi nell’auscultazione o in manovre semeiologiche.
Torace
La palpazione del torace può essere immediata (per rilevare pulsazioni, espansioni del torace, fremito tattile spontaneo), praticata apponendo le mani al giugulo e sul dorso oppure mediata, nel qual caso si chiede al paziente di pronunciare parole come il tradizionale “trentatre” per cogliere variazioni del fremito vocale tattile (ad esempio la sua scomparsa si verifica nel pneumotorace o in caso di versamento pleurico).
La percussione si avvale di due dita (di solito il medio di entrambe le mani), uno che funge da plessimetro e l’altro da plessore e consente di apprezzare se il suono prodotto è grave (o chiaro) oppure acuto (o ottuso), in base al rapporto tra parenchima polmonare aerato e presenza di mezzo solido o liquido. La riduzione di tale rapporto dà luogo a un suono ottuso, mentre la situazione opposta si associa a un suono grave o iperchiaro.
La percussione può essere circoscritta alla clavicola (con un solo dito sul suo terzo mediale) oppure essere estesa a entrambi i campi polmonari, posizionando il dito plessimetro negli spazi intercostali, parallelamente ai margini delle coste o ancora mirata a delimitare l’aia cardiaca.
L’auscultazione richiede l’impiego di uno strumento, lo stetoscopio, avendo cura di posizionarne correttamente le olivette nel condotto uditivo e utilizzando il diaframma (o membrana) per i suoni a frequenza medio-alta e la campana per quelli a bassa frequenza. Nell’auscultazione polmonare, che può essere effettuata separatamente o in maniera alternata tra i due lati, si distinguono rumori aspri (per esempio soffi, sibili, sfregamenti) e rumori umidi, come i rantoli. Utile è anche l’ascoltazione della tosse, chiedendo al paziente di simularla (la tosse può essere rauca, abbaiante, convulsiva, fioca o bitonale, quest’ultima patognomonica di paralisi del nervo ricorrente). L’auscultazione negli specifici punti di repere consente di rilevare i toni cardiaci e i caratteri di soffi o rumori patologici, oltre alla loro eventuale presenza.
Addome
Il completamento dell’esplorazione dell’addome si pratica di solito in senso orario e periombelicale, partendo dal quadrante anterosuperiore (area epatica).
La palpazione dell’addome è finalizzata a:
- individuare punti e/o aree dolenti o di tensione (per esempio corda colica) o, viceversa, la “trattabilità”;
- identificare una eventuale presenza di masse solide, adese o fluttuanti oppure di raccolte liquide (ascite);
- ricercare segni specifici, per esempio il guazzo, tipico della stasi intestinale, il segno di Blumberg, che comporta la palpazione nel punto di McBurney, in fossa iliaca destra, e, qualora positivo (segnalazione di dolore non alla compressione iniziale bensì al rilascio della mano), è suggestivo di irritazione peritoneale;
- valutare sede e consistenza di organi quali fegato, milza e reni.
La palpazione, inoltre può essere superficiale o profonda, mono- o bi-manuale e praticata con mano/i a piatto oppure con manovra di uncinamento(per fegato e milza).
Focalizzando l’attenzione a livello del fegato, la fase di percussione integra quella della palpazione andando a delimitare e valutare la corrispondente area di ottusità (e dunque le dimensioni e il margine inferiore) e può evidenziare la bolla gastrica o la presenza di raccolte gassose.
Una particolare manovra è quella di Giordano, che consiste nel percuotere con il bordo ulnare della mano, a taglio, la regione lombare del paziente in posizione seduta o semi-seduta. La positività, caratterizzata da un dolore acuto, farebbe propendere per una calcolosi renale, ma sono frequenti i falsi positivi che mettono in dubbio la sua affidabilità diagnostica.
L’auscultazione dell’addome, infine, serve ad apprezzare il caratteristico rumore della peristalsi con la sua intensità e localizzazione.
I polsi periferici
La palpazione consente di apprezzare la presenza e le caratteristiche (frequenza, ritmo, ampiezza e celerità) dei polsi arteriosi periferici (radiale, brachiale, carotideo, femorale, popliteo, tibiale posteriore e pedidio). Si può effettuare con un dito o con i polpastrelli di due dita (indice e medio) affiancate. I polsi vanno sempre apprezzati singolarmente e separatamente.
L’auscultazione delle carotidi può apportare informazioni preziose, come per esempio la presenza di soffi.
Arti inferiori
Negli arti inferiori, in presenza di varicosità, la palpazione dei vasi venosi consente sia di sospettare ostruzioni trombotiche (dolore, consistenza dura, calore in zone segmentarie) sia di osservare gli effetti di compressioni selettive, volte ad arrestare temporaneamente il deflusso sanguigno per rilevare alterazioni della rete superficiale o profonda nelle immediate vicinanze.
Sono state descritte numerose manovre di semeiotica vascolare che esulano dalla presente trattazione.
La percussione è la modalità che, mediante l’impiego di apposito martelletto, consente di valutare i riflessi osteotendinei, in particolare quello rotuleo e achilleo.
Distretto | Palpazione | Percussione | Auscultazione |
---|---|---|---|
Torace |
|
|
|
Addome |
|
|
|
Arti inferiori |
|
|
|
Polsi periferici |
|
|
L’autore
Dr. Piercarlo Salari
Medico chirurgo specialista in Pediatria
Responsabile del gruppo di lavoro per il sostegno alla genitorialità SIPPS
Bibliografia
Semeiotica Medica – Metodologia clinica. A cura di Ranuccio Nuti. Edizioni Minerva Medica, IX edizione, 2010.