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Linee guida per la gestione delle proprie pagine social

Linee guida per la gestione delle proprie pagine social

Data di pubblicazione: 6 novembre 2023

Come in molti altri ambiti, la comunicazione è fondamentale anche nel mestiere del professionista sanitario, nonostante sia spesso trascurata nella professione e non sempre affrontata a dovere nei percorsi universitari. 

Per esempio, uno studio pubblicato su Jama1 a settembre 2021 sostiene che l’utilizzo delle Emoji può essere un enorme vantaggio durante il confronto con i pazienti, al punto che gli autori dello studio le vedono come parte integrante della comunicazione in ogni fase, dalla visita, alla diagnosi, alla cura. Trasformare il linguaggio, quindi, per renderlo più iconico e comprensibile.  Una trasformazione che riguarda anche il modo in cui il professionista sanitario comunica – e si comunica – attraverso le sue pagine social professionali. 

Perché farlo? Prima di tutto, l’utilizzo di canali social permette di comunicare direttamente con i pazienti e farsi conoscere, condividere contenuti utili che possano servire al paziente stesso, fidelizzarlo, e mostrare il proprio lato umano. Fondamentale, però, è scegliere il canale giusto. 

 

Comunicazione social del medico: quali canali utilizzare per quale scopo? 

 

Un medico che voglia dare visibilità alla sua professione e ai servizi offerti attraverso le piattaforme social ha a disposizione diverse opzioni, da valutare in base al proprio scopo. Si tratta di canali diversi, che richiedono un linguaggio, un tono di voce e un pubblico di riferimento differenti. Vediamo i principali social network sui quali costruire il proprio bacino di utenza. 

  • Linkedin è utile per rafforzare il legame e creare confronto con i colleghi, ma non è la piattaforma più adatta se si punta ad avere una propria pagina professionale in cui presentare i propri servizi ai pazienti. Piuttosto, l’obiettivo è quello di crearsi una reputazione attraverso il personal branding, divenendo più visibili e auspicando a diventare il punto di riferimento dell’argomento di cui si è specialisti. Il tono deve essere professionale e più distaccato, ma comunque familiare. Il messaggio ideale è: “so di cosa parlo, puoi venire da me”. 
  • Facebook è il social network pensato per creare condivisione e vicinanza con i pazienti e potenziali clienti, che possono contattare i professionisti con facilità. Su questa piattaforma il tono di voce è amichevole, frizzante, estemporaneo. 
  • Instagram e TikTok sono ottime piattaforme qualora l’obiettivo sia quello di fare un’attività di divulgazione, e creare una vera e propria attività di creazione di contenuti. Divulgare le proprie conoscenze attraverso video, storie, reel o post specifici permette agli specialisti di mettere al centro delle loro pagine social il proprio ambito di interesse, intrattenendo – senza dare l’impressione di stare educando – i potenziali clienti con pillole di contenuto di facile fruizione e condivisione. Gli esempi di buona divulgazione sono moltissimi, come Ambra Garretto, ginecologa che condivide tip sulla salute della donna; Nicola Macchione, in arte Md. Urologist, che raccoglie spunti, nozioni, confronti su temi riguardanti il suo mestiere di urologo e andrologo; o la dottoressa Silvia Goggi, che utilizza Instagram per raccontare e sfatare alcuni miti sull’alimentazione vegana.  
  • YouTube è utilizzato per la comunicazione empatica attraverso i video. 
  • Avere un proprio sito web, che contenga una sezione “news” utile a veicolare articoli di comprovata valenza scientifica (ma comprensibili a un pubblico di non addetti ai lavori) può essere un ulteriore strumento per emergere e presentarsi. 
  • Creare un profilo personale su Google My Business può essere infine una scelta vincente: in questo modo, i medici potranno essere rintracciati dai pazienti su Google attraverso una semplice ricerca. 

 

Il medico e la comunicazione sui social: regole importanti da seguire 

 

Va da sé che la comunicazione medica ha le sue regole, dettate anche dalla normativa in materia di marketing sanitario. Dal 1° gennaio 2019 sono entrate in vigore nuove norme in materia di pubblicità e comunicazione promozionale32. Per semplificare, alle strutture sanitarie private e agli iscritti agli albi degli Ordini delle professioni sanitarie è fatto divieto di pubblicare comunicazioni aventi contenuti di carattere suggestivo e promozionale. Nella fattispecie, quando si parla di salute online: 

  • non sono consentiti messaggi equivoci, ingannevoli o denigratori nei confronti di colleghi o altre categorie, né messaggi comparativi in riferimento a terapie specifiche pubblicizzate come innovative quando in realtà sono abituali; 
  • non è consentita alcuna pubblicità evocativa. Per esempio, non si può pubblicare immagini di modelli o testimonial che potrebbero richiamare l’esito della prestazione stessa; 
  • non è consentito pubblicizzare prestazioni bonus o gratuite, né pubblicizzare uno sconto; 
  • per la prescrizione di farmaci, non è consentito pubblicizzare marchi, ma bisogna indicare il principio attivo; 
  • non è consentito pubblicizzare tecniche operative che enfatizzino particolari abilità personali o particolari attrezzature. 

Il professionista sanitario che voglia cominciare a farsi conoscere attraverso i suoi profili compie una scelta che non può prescindere da questioni legate alla privacy dei propri pazienti, e dalle regole del GDPR, come spiegano gli autori di uno studio incentrato sulla comunicazione sanitaria e social media3. 

 

Ancora, il professionista sanitario dovrebbe usare cautela nell’adoperare le immagini relative all’esercizio della propria attività, che non possono essere acquisite senza consenso o in contrasto con le regolamentazioni previste nella struttura in cui si opera. Infatti, la pubblicazione sui social network di informazioni ricollegabili a un paziente identificato o identificabile comporta una diffusione di dati particolari ex art. 9 del Regolamento UE 679/20164. 

In aggiunta, un accenno all’utilizzo dei social in corsia: scrivere post e pubblicare stories e fotografie in servizio può ledere la reputazione del professionista stesso.  Se poi si decide di utilizzare i canali per pubblicare post ritenuti offensivi, c’è il reato di diffamazione aggravata dal mezzo utilizzato ai sensi del secondo comma dell’art. 595 del Codice Penale. 

Per riassumere, qualora un professionista sanitario volesse aprire i canali social per farsi conoscere, è bene: 

  • creare contenuti, che devono essere validati scientificamente e originali; 
  • creare contenuti che rispettino lil proprio codice deontologico, le normative in materia di marketing sanitario e di privacy; 
  • essere attivo, definendo piani editoriali a lungo termine con una frequenza di pubblicazione conforme alla piattaforma utilizzata, evitando le pubblicazioni one shot; 
  • interagire con il pubblico, prestando grande attenzione alla gestione di commenti e recensioni; 
  • individuare la propria strategia e utilizzare il tono di voce adatto alla piattaforma utilizzata; 
  • non dimenticarsi – mai – del buonsenso5 

L’autore

Redazione Vademedicum

Bibliografia

  1. Emoji for the Medical Community—Challenges and Opportunities – Debbie Lai, BA; Jennifer 8. Lee, BA; Shuhan He, MD https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2783847?mc_cid=cda0339764&mc_eid=56b02560da&appId=scweb
  2. Pubblicità sanitaria https://www.omceo.rn.it/professione/professione-medica/pubblicita-sanitaria.html
  3. Comunicazione sanitaria e social media: rischi e opportunità – Giuseppe Croari, Pietro Giurdanella, Pio Lattarulo, Rita Maricchio, Luigi Pais dei Mori, Claudio Torbinio 
  4. Regolamento generale sulla protezione dei dati GDPR https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2018/03/05/regolamento-generale-sulla-protezione-dei-dati-gdpr 
  5. Pubblicità sanitaria – I rischi della comunicazione social per i sanitari https://www.agendadigitale.eu/sanita/professionisti-sanitari-alla-prova-social-tutti-i-rischi-legali-e-come-evitarli/ e https://www.marketingmedico.it/ 

 

 

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